L’incredibile varietà delle arti performative si traduce in una moltitudine di approcci educativi diversi. L’insegnamento varia in base all’età degli allievi, alle loro inclinazioni, così come alle finalità della scuola che si frequenta. Un’altra variabile importante è la metodologia, che può rifarsi a precisi modelli, essere individuale o di gruppo.
Musica: scuola dell’obbligo, conservatori, scuole popolari, insegnanti privati
L’insegnamento della musica è inserito nelle attività curriculari scolastiche anche se spesso in modo non molto approfondito.
L’esigenza di coniugare l’apprendimento di uno strumento con alcuni elementi di storia della musica, unito alla scarsità di ore disponibili, non rende certo le cose più semplici. Ecco perché i giovani che si appassionano alla musica cercano sin dalla tenera età istituti formativi esterni alla scuola.
Tra di essi, spiccano i conservatori, che in Italia non sono solo presenti in grande numero ma godono di fama mondiale per la qualità dell’insegnamento. Per questa ragione, sono nati anche organismi specifici, come l’Associazione Giuseppe Verdi, destinati a promuovere la frequenza anche di allievi stranieri, che, a ragione, considerano il nostro Paese la culla della musica classica.
Le scuole di musica popolare, a partire dagli anni Settanta, hanno rivoluzionato l’approccio educativo, proponendo lo studio della musica, a partire dalle basi, con repertori jazz, rock e pop.
Il fiorire di queste scuole dimostra quanto il piacere di suonare sia comune non solo a tutte le età, ma che non deve essere necessariamente finalizzato al professionismo. Il piacere di stare insieme e condividere una passione è uno dei valori principali di questi istituti, alcuni dei quali vantano una lunga storia costellata di successi e di un constante afflusso di allievi.
Per chi non può frequentare una scuola, oppure desidera un approccio più mirato, c’è sempre l’opzione degli insegnanti individuali. Economicamente è spesso impegnativo, ma i progressi, con la giusta motivazione, non tardano ad arrivare.
La danza e teatro: emozioni, espressività e rapporto con l’altro
La danza si colloca a metà tra una disciplina artistica e una sportiva, dato l’alto grado di preparazione fisica che richiede. Inoltre, c’è una grande differenza, a seconda che si voglia intraprendere un percorso classico oppure diverso.
Nel primo caso, infatti, per raggiungere qualche risultato apprezzabile, è necessario comunque iniziare da bambini, quando si può ancora lavorare sull’elasticità. Per quanto riguarda invece la salsa e i balli di coppia in generale, è possibile iniziare anche in età adulta, e trarne grande beneficio a livello fisico, per ritrovare agilità, forza e scioltezza. Inoltre, può essere un modo per ritrovare la possibilità di socializzare.
Gli studi di recitazione hanno un impatto molto forte sui partecipanti. Un aspirante attore non solo impara a esprimere le proprie emozioni sia con la voce che con il linguaggio del corpo ma, attraverso l’interpretazione, si cala, anche se temporaneamente, nei panni di un personaggio, ovvero dell’altro. Questo promuove valori come la capacità di comunicare e la tolleranza.