È ormai ampiamente dimostrato che studiare uno strumento ha incredibili effetti sullo sviluppo delle capacità di apprendimento e che di concentrazione del cervello. Non solo, ma il piacere estetico che ne deriva può essere fonte di grande soddisfazione e divertimento.
In un mondo dove i dispositivi elettronici monopolizzano l’attenzione di bambini e ragazzi, come fare a far appassionare i più giovani alla musica? Semplice: basta individuare l’approccio giusto, che può cambiare da un individuo a un altro.
I metodi classici: vantaggi e limiti
La metodologia “classica” di iniziazione alla musica prevede fondamentalmente due approcci, diversi e contemporanei: quello teorico e quello pratico. A loro volta, l’insegnamento teorico può essere diviso in due: solfeggio e teoria musicale da una parte ed elementi di storia della musica dall’altra. La parte pratica consiste nell’insegnare la corretta postura e conseguire abilità sempre crescenti nel suonare lo strumento.
Se, da una parte, questo è decisamente l’approccio più completo per poter raggiungere risultati concreti e duraturi, d’altro canto può risultare molto impegnativo, soprattutto per quei bambini che non hanno il cosiddetto “fuoco sacro”.
Un’alternativa, che non lede le fondamenta del metodo, può essere quella di associare alla parte teorica la possibilità di esplorare vari strumenti, a percussione, a corde e persino il canto, in modo da capire qual è il mezzo giusto per esprimere la propria creatività.
La musica a scuola
L’insegnamento della musica nella scuola dell’obbligo è spesso vista un po’ come una Cenerentola. Complici le poche ore e risorse, oltre allo scarso peso in sede di valutazione, la forza dell’impatto (positivo) sugli allievi è affidato alle capacità e creatività degli insegnanti, che devono saper creare il giusto coinvolgimento.
La creatività al centro
Per i più piccoli, uno dei metodi più usati si chiama Orff-Schulwerk, un sistema ormai rodato per sviluppare la creatività attraverso l’esperienza della creazione musicale. Con l’utilizzo di semplici strumenti a percussione, metallofoni, canto e movimenti coreutici, in lezioni di gruppo, i bambini sono spronati a esplorare (e persino inventare) ritmi, melodie, coreografie e persino sistemi alternativi di notazione.
Per i più grandi, che ormai sono a loro agio con software e hardware, può essere un’idea acquistare un programma per fare musica che utilizzi sintetizzatori e campionatori. Basterà aggiungere un controller esterno e si avrà la possibilità di creare dal nulla veri e propri arrangiamenti completi di brani musicali, magari da condividere online.